Diplomi e lauree taroccate: in Italia i controlli ci sono? Subito una anagrafe on line di diplomi e lauree
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Non è una novità che riguarda solo cittadini con ruoli pubblici, ma un fatto globale quello di millantare titoli di studio che molto valgono quanto aria fritta o non ci sono proprio.
Dopo il caso della laurea albanese del “trota”, Renzo Bossi (che non definiamo “fantomatica” per rispetto della magistratura inquirente) e di altri fieri esponenti “padani” che ha fatto sollevare più di un punto interrogativo, in Italia e non solo viene da chiedersi quanti millantatori ci siano in giro e come fare a smascherare l’esistenza o la validità di un titolo.
I precedenti, nel mondo sono, peraltro, tanti a partire da quello recentissimo di altri politici europei come il caso del presidente ungherese Pal Schmitt o quello del ministro tedesco zu Guttenberg.
Nel mondo finanziario, ultimo episodio è quello del Ceo di Yahoo!, ossia del “dott.” Scott Thompson.
Solo che nel resto del mondo essere presi con le mani del sacco significa come minimo “dimissioni sicure”, tant’è che l’amministratore delegato di Yahoo non ha esitato minimamente quando nel suo curriculum è stata pizzicata una falsa laurea in informatica. Mentre nel Belpaese, solitamente, non si arriva a cotanta dignità né pare che le soluzioni per verificare la correttezza dei curricula di ogni singolo personaggio appaiono di insormontabile difficoltà.
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, un primo e semplice passo per una maggiore trasparenza potrebbe consistere nel realizzare una vera e propria anagrafe on line di lauree e diplomi, ma ci aggiungeremmo anche di master, a cura del MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) al fine di rendere immediatamente intelligibile agli occhi del pubblico, l’effettivo conseguimento di titoli validi sul territorio nazionale nei confronti di qualsiasi cittadino che ne dichiari il possesso.